Al Bastione degli Infetti arriva “Libere – Donne contro la mafia” in occasione del trentennale di Via D’Amelio

La mafia va combattuta con ogni mezzo. Noi lo facciamo mettendo in scena queste dieci storie, raccontandole, portandole nelle scuole, nelle comunità, parlandone e facendone parlare. Raccontiamo per fare memoria, per non dimenticare ma soprattutto per ottenere, in alcuni casi, verità e giustizia ancora lontana ma non impossibile da raggiungere. Il teatro, mezzo valido e potente, così, diverta impegno civile, arma micidiale specie se porto alle nuove generazioni. “LIBERE – donne contro la mafia” è uno spettacolo duro come un pugno nello stomaco, scritto e diretto per raccontare storie realmente accadute e rigorosamente tratte dalla cronaca. Una cronaca triste e forte, un segnale da trasmettere nel tempo e nello spazio.
La messinscena è frutto di una sensibilità tutta al femminile. Lo è nei ritmi, negli sguardi e negli incontri, lo è nel pianto e nella pena che traspare in ogni punto. Lo è nelle parole del testo, lo è nella regia, semplice e incisiva ma lo è soprattutto nella speranza di vincerlo questo cancro mostruoso. Quattro donne in nero sin dal loro ingresso tra il pubblico con le loro valige si presentano come straniere venute da lontano, dentro le valige le loro storie, le loro vite, i sogni, le speranze. La poesia del dolore di tutte le madri, di tutte le mogli, le figlie dei morti ammazzati. Ogni racconto di vita è lì dentro. Viene tirato fuori insieme ai vestiti, ai trucchi, agli oggetti personali… Viene portato sempre addosso come un fardello che non smetterà mai
d’essere tale… Un viaggio emozionale prima nel dolore, poi nel lutto, ancora nella solitudine e poi nella paura, nella consapevolezza, la ribellione, la lotta, la speranza, infine la libertà.
Ecco cosa attraversano queste donne. Ecco cos’è LIBERE: Un percorso. Un cammino. Un approdo.
Il 19 Luglio 1992 a Palermo tremò la terra. Fu l’inferno in terra. Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Claudio Traina, Agostino Catalano, Eddi Cosina, Vincenzo li Muli persero la vita in modo orribile. Per ognuno
di loro, una madre, una sorella, una fidanzata, una figlia continua a ricordarli con il duro e impegnativo lavoro di attivista.
In quel luogo, in via D’Amelio, sorge un albero, l’ulivo della pace, voluto dalla madre di Paolo Borsellino, Maria pia Lepanto: quella spaventosa buca dove scoppiò l’autobomba imbottita di tritolo è oggi diventato luogo d’incontro, di lotta e di memoria. I giusti vanno lì per onorare il ricordo di quel magistrato eroe e dei “suoi ragazzi”.

La mafia, riteniamo, non sia un fenomeno solo palermitano è un “fatto” mondiale.
Il 19 luglio di quest’anno a trent’anni di distanza ci saremo anche noi, in un luogo (un quartiere di Catania), che riteniamo simbolo. Il Bastione degli infetti. Ci saremo con questo spettacolo e con un piccolo seme, quello del risveglio e della speranza.
Il Comitato antico Corso e l’ARCI avvalendosi di importati collaborazioni da parte di prestigiose associazioni catanesi e con il patrocinio del Comune di Catania ha organizzato questa importante manifestazione.
Dalle 19.00 si starà insieme a dibattere e ragionare sul fenomeno che tutti ci riguarda. Lo spettacolo si terrà alle ore 20.30.