Riparte la stagione del Teatro L’Istrione di Catania diretto dall’attore e regista Valerio Santi. Due rassegne parallele quest’anno accompagneranno il pubblico del territorio con una vasta programmazione che si estenderà da ottobre 2022 fino a giugno 2023. “Aria Nuova” è il titolo della consueta rassegna di prosa, tratto da uno degli spettacoli di rivista del celebre Totò, con l’augurio che si possa finalmente tornare a respirare un po’ d’aria nuova, pulita, diversa da quella che abbiamo respirato negli ultimi anni. Un cartellone con sei appuntamenti che vanno dal classico al contemporaneo, dall’opera dei pupi alla tradizione popolare, al fine di creare una proposta culturale valida da offrire al pubblico della città.
Ad aprire la stagione sarà “La musica dei ciechi” di Raffaele Viviani, portato in scena per la prima volta in Sicilia in un nuovo adattamento tradotto in siciliano e diretto da Valerio Santi “L’idea di rappresentare questo testo deriva non solo dalle tematiche sociali di grande importanza e attualità che l’autore affronta nella sua opera e che accomunano per usi, modi e tradizioni in modo particolare la parte meridionale del nostro paese, ma bensì per un altro e ben più fitto legame che vi è tra la cultura napoletana e quella siciliana, ovvero i suonatori ciechi. Nella nostra tradizione infatti gli “Orbi” (ciechi) costituiscono una vera e propria parentesi storica della cultura siciliana, inoltre la vicenda narrata da Viviani corrisponde esattamente con quanto vissuto da don Ciccio Napoli, uno degli ultimi suonatori ciechi catanesi. Pertanto, portare in scena questo spettacolo creandone – con il massimo rispetto per l’autore – una versione siciliana, diventava più che una possibilità, quasi una necessità, in quanto quest’opera ci riguarda più da vicino di quanto possiamo immaginare.”
Lo spettacolo ha debuttato in anteprima lo scorso 19 agosto al Castello Ursino di Catania nella rassegna Catania Summer Fest organizzata dal Comune riscuotendo un grandissimo successo e adesso si appresta a debuttare ufficialmente in apertura stagione dal 21 al 23 ottobre con lo stesso Valerio Santi, Concetto Venti, Salvo Scuderi, Cinzia Caminiti, Giorgio Maltese, Mimmo Aiola, Marco Napoli, Melo Zuccaro e Manfredi Rondine.
“Nella storia del teatro partenopeo un testo classico come questo, a firma di Raffaele Viviani, non è mancato e non mancherà di essere rappresentato dieci, cento, mille volte.” – dichiara l’attrice Cinzia Caminiti, e prosegue –“Nel corso del tempo è stato diretto da grandi maestri della regia: Calenda, Patroni Griffi, Peppe Barra e interpretato dalle attrici drammatiche più incisive del nostro tempo: Piera Degli Esposti, Pupella Maggio, Titina De filippo, Rosita Pisano, Nunzia Schiano solo per fare alcuni nomi … Una sfida da accettare. Dovevo solo affidarmi al “mio” giovane e talentuoso regista e mettercela tutta, Confrontarsi con dei “mostri sacri”del teatro, costruire il personaggio di Nannina e farlo rivivere dandole carattere e temperamento era lo scoglio più difficile da superare. Nannina è la donna che ha in sé la dedizione, la dignità e il coraggio di andare avanti passo passo tutti i giorni, per una intera triste esistenza. E’ gli occhi di chi non vede e le gambe di chi da solo non sa dove andare. Nannina non ha bisogno di essere bella , anzi “é brutta” ma in un mondo di ciechi è la “belltà” dell’animo che conta. Nella sua solitudine (come ogni personaggio di questo testo ed è qui la poesia vera) è la vita che scorre lenta e il suo ineluttabile destino. Nannina è la rappresentazione di una donna che porta sulle spalle tutto il peso e il dolore del mondo e a questo concetto è affidato il dolente e commovente finale. Grande responsabilità per me e Concetto Venti insostituibile compagno in questa avventura.
L’elegante versione de “la musica dei ciechi” di Valerio Santi, che ne ha riscritto il testo in lingua siciliana e che ringrazio per avermi dato la magnifica possibilità di interpretare un ruolo forte e impegnativo come questo, oltre ad essere un gradevolissimo spettacolo è anche uno spaccato di Cultura Popolare Siciliana in cui la tradizione dei suonatori di strada (gli orbi o nanareddi) e dell’opera de’ pupi sono messi magistralmente in evidenza da un gruppo di seri ricercatori (Giorgio Maltese e Melo Zuccaro) nonchè ottimi musicisti e da un puparo d’eccezione (Marco Napoli il maniante della famosa famiglia di pupari FratelliNapoli).
Uno spettacolo questo che mette in risalto un contesto storico e artistico ormai andato perduto, quello dei “nanareddi” e delle “cone conzate” qui realizzato con grande cura e professionalità . Alla poesia del racconto si è aggiunta la Musica e l’esecuzione dal vivo di brani spesso inediti è proprio la ciliegina sulla torta. Un modo per tenere viva la memoria storica di un popolo fiero e degno come il nostro che dell’arte popolare ne ha fatto una bandiera. Per me che mi occupo da più trentanni di Ricerca è stata una interessantissima occasione da non perdere.
Una compagine artistica di qualità, colleghi di grande spessore umano e professionale senza contare che essere stata l’unica donna in compagnia è stato fantastico. Ne è valsa la pena.”