Abbiamo parlato con l’autrice Cinzia Caminiti, abbiamo chiesto di questa performance, ci risponde con queste parole. Francesca Serio, uno dei personaggi più incisivo dello spettacolo, madre di Salvatore Carnevale, durante una intervista rilasciata a Carlo Levi disse: “Quannu m’ammazzàru a me figliu, jù nascivu n’autra vota” (Quando uccisero mio figlio io nacqui un’altra volta)
Ecco, questo è il punto focale di LIBERE: una donna che subisce la perdita di un figlio, di un marito, di un padre per mano mafiosa, da quel momento non è più la stessa.
Il dolore di quello strappo non è uguale a nessun altro dolore, esso è incancellabile, insuperabile, eterno e sconvolgente. Sì, esso scompiglia tutti i piani, i progetti, cambia il presente e il futuro e come una guerra lascia solo macerie.
Ma le donne sono vigorose e forti e il dolore le piega ma non le spezza e di quella croce pesante da portare per sempre decidono di farne una bandiera.
Comincia così il secondo tempo della loro vita, si danno cioè una seconda opportunità.
Il riscatto della memoria del loro caro diventa lo scopo principale dell’esistenza.
Ogni donna offesa diviene emblema di lotta e di coraggio.
E comincia a raccontare, a far sapere, ad andare per strada, di città in città, in gruppo, da sola.
Le donne ferite diventano simboli. Le loro vite semplici improvvisamente si trasformano in vite straordinarie.
Non temono nulla, non hanno nulla da perdere e la vita non è un bene da preservare ma un mezzo per combattere e sconfiggere la mafia di cui diventano acerrime nemiche. Paladine della legalità.
Il dolore, mutato in lotta le rende libere. Libere davanti ad ogni male, ad ogni sopruso, ad ogni sopraffazione, ad ogni abuso. Le donne addolorate vogliono una sola cosa: Vincere la mafia. Annientarla. E le donne, le madri in particolare, hanno da parte loro la forza dell’indirizzo, dell’educazione. Tutte insieme, come un esercito, se solo volessero, potrebbero cambiare il mondo. Lo diceva Paolo Borsellino. Continuiamo a dirlo anche noi portando in scena Libere – donne contro la mafia uno spettacolo che vuole essere un percorso emozionale che parte dalla mente di queste donne e arrivando all’anima le libera.
Un lavoro tutto al femminile e per questo sensibile e delicato e ma anche durissimo e incisivo. Le donne sanno descrivere il dolore e in questo lavoro lo raccontano con la verità proprio dell’essere madre, moglie, sorella, figlia… ma anche con la dignità, il coraggio e la speranza.
Siamo curiosi di vederlo, di questo spettacolo in città se ne parla dalla Primavera del 2021. quando per la prima volta è andato in scena. Da allora un grande successo e riconoscimenti da parte di importanti movimenti antimafia come le agende Rosse di Palermo, di Catania, di Genova. Un lavoro riconosciuto come serio e da portare tra i giovani. Per fare memoria e soprattutto come contrasto a cosa nostra.
Da due anni viene rappresentato nelle scuole oltre che in prestigiosi teatri.
Il 24 febbraio i Lions lo offrono come lavoro di impegno civile.
Noi non ce lo perderemo
LIBERE donne contro la mafia testo e regia di Cinzia Caminiti
In scena Cinzia Caminiti – Barbara Cracchiolo – Simona Gualtieri – Sabrina Tellino
Musiche Nicoletta Nicotra
Costumi Ina Costa.
Azioni mimiche Barbara Cracchiolo – Simona Gualtieri – Sabrina Tellico
Luci Simone Raimondo
Proiezioni Gianni Nicotra
Durante la performance ad arricchire la messinscena la giovane pittrice Martina Privitera dipingerà in estemporanea scene di LIBERE.