Mario Incudine si racconta a Sikania Network e presenta il suo spettacolo “Barbablù”

In esclusiva per Sikania Network, il cantautore, attore e polistrumentista, Mario Incudine si è raccontato ed ha presentato il suo spettacolo “Barbablù” in scena fino a Domenica 13 Marzo al Piccolo Teatro della Città di Catania.

Quando e come nasce in te la passione per la musica?

“La passione per la musica e per il teatro mi hanno accompagnato fin da sempre. Da piccolo avevo già questa propensione allo spettacolo ed al canto. Sentivo la necessità di esprimermi in questo modo.

Nel 1993 il mio primo spettacolo teatrale e successivamente nel 1995 il mio primo disco avvicinandomi alla musica popolare della mia terra. Da sempre ho coltivato la passione e la commistione tra la musica e il teatro. In tutti i miei spettacoli è sempre presente la musica, dove la parola detta e quella cantata si uniscono e si scambiano senza soluzione di continuità.”

Cosa ci puoi dire di questo spettacolo e come nasce l’idea?

“Lo spettacolo nasce dal testo di Costanza Di Quattro che ha ripreso la fiaba di Pierrot riadattandola al giorno d’oggi. Barbablù diventa un personaggio attuale e reale più che mai. Senza nessuna retorica, infatti, si tratta il tema della violenza sulle donne con un’efficacia disarmante. La storia racconta di un uomo che uccide sette donne e che viene smascherato in tutti i suoi aspetti. Il testo è veramente ricco di tanti spunti di riflessione, avendo la possibilità di entrare dentro questo personaggio come se fosse una seduta psicanalitica a sipario aperto. L’idea è quella di raccontare questo personaggio-mostro attraverso i molteplici aspetti della violenza, dal possesso alla gelosia. Barbablù s’innamora di una donna e per averla sempre sua, la uccide.”

Cantante, polistrumentista ed attore. C’è qualcosa che non hai ancora fatto e che ti piacerebbe poter realizzare in futuro?

“Il nostro è un mestiere in continuo divenire. Non ho un sogno in particolare, ma ho il desiderio di poter salire ogni giorno sul palcoscenico a raccontare storie che possano creare una coscienza critica collettiva e che possano servire a svagare. Attraverso la mia musica ed il mio teatro sento la necessità di comunicare il mio punto di vista sulla vita, sul mondo e sull’esistenza. Questo spettacolo, che è iniziato da Palermo, continuerà a Pietrasanta e nella prossima stagione in quasi tutti i teatri d’Italia.”

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Bolle in pentola l’idea di un nuovo disco, composto da dodici tracce. Un nuovo progetto di inediti che dovrebbe uscire subito dopo l’estate ed inoltre curerò la colonna sonora di un film che vede l’esordio alla regia di Moni Ovadia.”

Qual è il consiglio che ti sentiresti di dare ad un giovane che vuole intraprendere questo mestiere?

“Io penso che quello che manca in questo momento ai giovani sia la riconoscibilità. Sento la radio e guardo in giro e sembriamo tutti omologati. Quello che differenzia un’artista da un altro è quello dell’originalità. Ormai è retorico dire di studiare, quello è fondamentale. Per essere davvero riconoscibili, però, bisogna essere se stessi senza cercare altri modelli ma dimostrando la propria identità. Se si è riconoscibili, sicuramente si è vincenti sulla scena e nella vita.”