Nel week-end, a Catania, in scena “Libere – Donne contro la mafia”

Uno spettacolo sulla forza delle donne, venuto su da una sensibilità tutta femminile e per questo nonostante il tema trattato, leggero, poetico, potente e immediato, forte e commovente. Si chiama  Libere – donne contro la mafia ed è la pièce scritta e diretta dall’attrice catanese Cinzia Caminiti che porta in scena la forza che madri, mogli, sorelle, fidanzate di morti ammazzati dalla mafia traggono dal dolore. Lo spettacolo, interpretato oltre che dalla stessa Caminiti, da Barbara Cracchiolo, Simona Gualtieri, Sabrina Tellico sarà in scena al Piccolo Teatro della Città venerdì 8 e  sabato 9 aprile alle 21, all’interno del percorso Teatro civile del Teatro della Città – centro di Produzione Teatrale. Prodotto da Associazione Città Teatro, il lavoro parte da una circostanziata ricerca su alcune donne e dall’esigenza di dare finalmente voce a queste donne la cui vita è stata travolta dalla mafia.


Legato allo spettacolo è anche il seminario di approfondimento Libere – donne contro le mafie. Il ruolo delle donne nella lotta alla mafia che si terrà, sempre al Piccolo Teatro della Città, venerdì 8 aprile alle ore 17. All’incontro, moderato dall’avvocato Enzo Guarnera e cui prenderà parte, in collegamento, Salvatore Borsellino fratello del magistrato Paolo Borsellino e fondatore del Movimento delle Agende Rosse, parteciperanno: il giornalista Luciano Mirone, il portavoce di Agende Rosse Palermo, Davide Minio; la responsabile di Agenda Rosse Catania, Serena Iuppa; il presidente dell’Associazione antiracket e antiusura Libera Impresa, Rosario Cunsolo; la familiare vittima di mafia Pina Catalano e la testimone Luana Ilardo.
Un momento di approfondimento che precede, appunto, lo spettacolo Libere, nato da una riflessione condivisa sulla forza delle donne che costruiscono sulla sofferenza il loro attivismo.

“Abbiamo sempre pensato – spiega Cinzia Caminitiche l’argomento sia stato trattato solo da un punto di vista maschile laddove, invece, il prezzo più alto, in fatto di mafia lo hanno pagato le donne con il loro dolore. Donne che dopo un dolore infinito e mai risolto, decidono di farne una bandiera. Ognuna di loro ha una formula antimafia e ne fa partecipi gli altri, portando la propria testimonianza, nelle scuole, nelle comunità, scrivendo libri, poesie, aprendo case e facendone musei, fondando associazioni, diventando parlamentare. Ognuna di loro è un simbolo, una donna soldato che ha visto in faccia il nemico, ne ha conosciuto l’orrore e dentro di sé lo ha sconfitto. Ognuna di loro è così liberata e libera”.  

Francesca Serio madre di Salvatore Carnevale, Silvana Musanti vedova Basile, Concetta Gravina sorella di Graziella Campagna, Daniela Ficarra fidanzata di Enzo Brusca (Di Matteo), Rosaria Costa vedova Schifani, Piera Aiello e Rita Atria, Felicia Bartolotta Impastato, Michela Buscemi: queste donne libere che si sono dedicate e si dedicano alla lotta antimafia, diventano attiviste e parlano alle altre donne e alle nuove generazioni.

“Siamo convinte – continua Cinzia Caminiti – che il Teatro sia un mezzo efficace per fare cultura e spesso cultura “anti”. E’ il caso di questa messinscena, diventata per noi anche “ impegno”. Riteniamo di dovere arrivare al cuore e alla pancia di chi lo recepisce partendo dal basso, dalla cronaca, dal racconto di alcune vite semplici diventate loro malgrado eccezionali e in particolare quella di dieci donne che hanno combattuto la mafia, ognuna modo proprio”.