Paolo Migone a Sikania Network: “Sogno un cortometraggio sul mio modo di intendere la comicità.”

Non solo comico, ma anche attore, regista ed autore sia teatrale che televisivo. Il suo stile inconfondibile, con i vari siparietti tra gli uomini e le donne, lo hanno reso apprezzato al grande pubblico.

Stiamo parlando del cabarettista Paolo Migone in scena con i suoi spettacoli fino al 16 Gennaio alla “Sala Harpago” di Catania, che si è raccontato in esclusiva per Sikania Network.

Quando e come nasce in Paolo Migone la passione per il teatro?

“Nasce fin da bambino. Ricordo che facevo le imitazioni dei maestri e dei professori. Il mio primo pubblico è stato, dunque, la mia classe. Successivamente realizzavo dei siparietti anche nelle cene in famiglia, imitando Giuseppe Ungaretti. Ho sempre avuto questa voglia di far ridere la gente.”

Nel corso della tua carriera, hai creato questo personaggio particolare molto crudo e crudele inscenato con un occhio nero. Adesso che stiamo in un periodo storico complicato, cosa direbbe questo personaggio?

“Il mio è un personaggio che da sempre ha urlato sempre contro tutti e tutto perché si è sempre sentito una vittima indifesa. Nonostante le urla, però, non cambia mai lo stato delle cose e quindi in questo periodo è ancora più incavolato ma è consapevole che non può fare niente.”

Cinque spettacoli in quattro giorni alla Sala Harpago. Sarai qui, infatti, fino a domenica 16 Gennaio. Cosa ci puoi dire di questo spettacolo?

“I miei pezzi sono per lo più legati all’improvvisazione. Ogni giorno, infatti, porto in scena uno spettacolo diverso. La metà del mio spettacolo è del tutto improvvisato e la gente si diverte e se ne accorge perché nota che in quel momento sto creando delle cose cucite su di loro.”

Qual è il tuo rapporto con la nostra città?

“E’ un rapporto di amore ed odio. Girando per il centro storico vedo un’enorme bellezza ma trattata male, molto decadente e lasciata morire a se stessa.  Quando vedo questi monumenti così deturpati e decadenti provo un misto tra tristezza e rabbia. Mi chiedo come in tutti questi anni non ci sia stata un’amministrazione che sia potuta partire da un determinato punto per migliorare la città. In ogni caso, però, per quel che mi riguarda vince sempre l’amore.”

C’è qualche ruolo o personaggio che non hai ancora fatto e che ti piacerebbe poter realizzare in futuro?

“Mi piacerebbe poter realizzare un cortometraggio che possa rimanere nel tempo. Quello che vorrei raccontare è il modo di come io intendo la comicità e non è detto che non riesca a farlo.”

Quali sono i progetti di quest’anno? C’è già qualcosa che bolle in pentola?

“Siamo tutti un po’ in fermento. C’è l’idea di ricominciare nuovamente “Zelig”. Di recente, le quattro puntate che abbiamo realizzato sono andate benissimo, ed in questi giorni, proprio qui a Catania, sto provando alcuni pezzi che potrei poi portare in tv.”

Infine, qual è il consiglio che ti sentiresti di dare ai giovani che vogliono intraprendere questo mestiere?

“Il consiglio è quello di andar via da casa. Andare a conoscere ed incontrare gente brava e che ti possa insegnare. Io sono andato via da Livorno per andare a studiare a Roma dove ho lavorato un anno con Gustavo Frigerio che mi ha insegnato tanto e mi ha dato le basi per amare questo mestiere. E’ fondamentale staccare con tutto quello che ti ha sempre dato sicurezza e vizio.”