Si apre la stagione al Teatro ABC: Da domani in scena “La Roba” con Enrico Guarneri

Si apre con un omaggio al genio intramontabile di Giovanni Verga, nell’anno in cui si celebra il centenario della morte, la nuova stagione di prosa “Turi Ferro” al Teatro ABC di Catania. Dopo l’anteprima dei giorni scorsi a Modica, sabato 5 novembre alle 21 il sipario in via Mascagni si alzerà con il debutto nazionale de “La roba”, nel nuovissimo allestimento diretto da Guglielmo Ferro.

Prima tappa di una tournée che toccherà poi tutta l’Italia. Il protagonista, Enrico Guarneri, torna a misurarsi con l’opera verghiana dopo i successi de “I malavoglia” e “Mastro don Gesualdo”. In scena, con lui, ci saranno Giampaolo Romania, Nadia De Luca, Francesca Ferro, Rosario Marco Amato, Alice Ferlito, Alessandra Falci, Gianni Fontanarosa, Giuseppe Parisi e Maria Chiara Pappalardo. Dopo il debutto di sabato 5 novembre, lo spettacolo sarà replicato al teatro ABC domenica 6 novembre alle 18, venerdì 11 (alle 21), sabato 12 (alle 17.30 e alle 21) e domenica 13 novembre (alle 18).

“La roba” è prodotto dall’associazione Progetto Teatrando che da anni segue la mission di promuovere il patrimonio culturale della letteratura siciliana, attraverso un lavoro di riscrittura drammaturgica dei nostri classici. Il nuovo progetto per questa stagione è la messinscena di alcune delle novelle più esemplificative delle raccolte “Vita dei Campi” e “Novelle rusticane” di Giovanni Verga, il preludio verista che ha portato l’autore siciliano all’approdo al ciclo dei vinti del capolavoro “I Malavoglia”. In “Nedda”, “Rosso Malpelo” e “La roba”, Verga affronta le problematiche socioeconomiche dei più umili.

“Sono i vinti della Sicilia alla fine dell’Ottocento – spiega Guglielmo Ferro nelle sue note di regia – che, travolti dalla “fiumana del progresso”, non possono fare altro che sopravvivere aggrappandosi ai beni materiali. La “roba” in Verga diventa àncora di salvezza per tutti i derelitti della società, per coloro che lottano a costo della vita pur di non soccombere al “darwinismo sociale” dell’epoca. Nessun vincitore tra i protagonisti delle novelle, solo vinti. Nessuna vera speranza di riscatto ma solo la crudezza della loro miserabile esistenza. Nessun giudizio morale a rassicurare lo spettatore”.

La rielaborazione drammaturgica, così come già ne “I Malavoglia” e in “Mastro don Gesualdo”, scarnifica e rende ancora più straniante la tecnica narrativa di Verga, per veicolare con maggiore violenza la crudezza verista dell’autore.

Enrico Guarneri, erede della tradizione drammaturgica siciliana, è oggi unanimemente riconosciuto e apprezzato interprete dei personaggi verghiani. “Il pubblico – anticipa l’attore catanese – vedrà uno spaccato di quella Sicilia dell’Ottocento che viene fuori dalla penna straordinaria di Verga, con la sua attenta vivisezione e analisi delle problematiche patologiche di certi uomini. In questo caso, c’è l’attaccamento malato di don Mazzarò alla “roba”, che a quei tempi erano gli agrumeti, la terra, le bestie, il frumento, le galline… Oggi è cambiata la “roba”, ma non l’uomo – prosegue Enrico Guarneri – e il testo rimane quindi attualissimo. La maestria di Guglielmo Ferro ha inoltre fatto sì che in una novella di poche pagine esplodessero anche l’anima poetica e gli accadimenti letterari di altre novelle verghiane”.