Tuppeturu o Rummulu l’antica trottola

Il nome deriva dalla parola “tuppu“, che indica un arnese la cui forma risulta tondeggiante e sporgente. Questo gioco era molto apprezzato tanti anni or sono, poiché permetteva ai più piccoli di trascorrere ore di divertimento. In pratica è l’equivalente della strummula.

Il tuppeturu può avere diverse dimensioni, ma ha sempre un lungo filo di spago intrecciato sul “collo”. A seconda delle dimensioni, cambiava anche il nome. Avevamo, così, paparazzapapareddatuppeturu lisinu e ciancianedda. Il gioco cominciava con la frase «Cu put­tau ‘u tup­pèt­tu­ru?».

Si potevano fare partite di coppia come di gruppo, che differivano fra loro per alcune regole. Nella prima variante, i due sfidanti tiravano ‘a lazzata, tenendo lo spago fra due dita e lanciando con forza la trottola per terra, che cominciava a ruotare sulla punta di ferro del chiodo. A vincere, naturalmente, era chi riusciva a fare compiere al tuppètturu più giri su sé stesso.